martedì 30 gennaio 2007

Per te, Franci


Si tolse lo stivale appoggiandosi al muro. Toccare la strada con il suo piede nudo le diede un brivido umido e stranamente dolce. Il sapore di nuove corse le scorreva su per le vene. Coraggio.

Ma.. Un coriandolo! Non capiva. L'accarezzò con le dita del piede e il brivido le tornò più intenso fino a farne ribollire le viscere.

Fissò per l'ultima volta gli occhi che sempre l'avevano guardata. Sempre pronti al sorriso. Senza di lei non sarebbe mai saltata di là.

(A volte si crede volentieri alle menzogne comode).

- "Hei tranquilla. Ti raggiungo dopo. Ci vediamo lì fuori"
- "Si. Ti aspetto. Senza di te non si fa un cazzo. Hai capito?"

Le lacrime bagnavano il loro ultimo bacio. E poi saltò.

Se la sua ombra potesse parlare


"l suo caffè servito in un bricco di vetro e calcare sapeva di pozzo. Ovviamente l’avrebbero inseguita e non poteva fuggire per sempre. Il punto più buio è sotto la lampada. Doveva solo cambiare, apparire diversa. Si! Tornare ad essere quella di prima… Prima di quella maledetta colazione con lo champagne.

Dove? L’unica persona che l’avrebbe aiutata a quell’ora.. ma si, poteva chiederlo.

E poi quel posto, le veniva da ridere. L’ultima cena, la prima colazione. Sarebbe stato il suo dipinto."

venerdì 26 gennaio 2007

I pranzi insipidi


Altro pasto, stessa cantilena. Erano tutte uguali, tutte con un pretesto di innocenza. Parole sovrapposte, costruite su storie di privazioni, umiliazioni. Inutile nebbia vacua. Loro uguali e le loro parole uguali e i pasti
uguali.

Ma lei cosa doveva raccontare? Sapeva di non essere innocente. Solo i bambini lo sono. E lì non c’erano bambini… (niente da fare.. ogni volta la testa ci andava in qualche modo).

Non serviva dirlo. Era colpa sua. E il fatto di ammetterlo non la rendeva meno pericolosa.

mercoledì 24 gennaio 2007

Una settimana prima


"Per l'ultima volta ancora percorse mentalmente quei pochi passi che l'avrebbero portata fuori.
Al sicuro, lontana dalla luce che la inseguiva ovunque.
I suoi occhi brillavano come gatti nella notte, mentre rubava i particolari delle mura intorno a sé.

Ormai si era decisa. Ancora poco, e poi morta o libera."